Tempo fa abbiamo effettuato una panoramica sul poker, che ormai da due anni è regolamentato nel nostro paese, definito come gioco d’abilità – non d’azzardo – sotto la direzione dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, e attira quotidianamente migliaia di giocatori ai tavoli virtuali. Si è fatta una breve introduzione sui meccanismi di base del funzionamento, sulle prime poker rooms che hanno lanciato la moda nel nostro Paese e abbiamo indagato i motivi del successo di questo gioco, sempre con un occhio di riguardo per quel requisito fondamentale per vivere l’esperienza del poker in maniera appagante: giocare consapevolmente.

Il gioco, sviluppatosi nella sua versione Texana, il Texas Hold’em, che sembra aver sostituito nelle passioni dei nostri connazionali lo storico 5 card draw, il poker “all’italiana”, con puntate e cambi di carte, si è diffuso a macchia d’olio grazie ad una massiccia pubblicità e alla voglia degli Italiani, che, storicamente, sono il popolo europeo più attratto dai giochi aleatori.
I principali siti italiani sono Pokerstars, GDpoker, che, insieme a Bwin, forma il secondo network d’Italia, il Network di Microgame, che può contare su poker house come People’s e da solo comprende più il 30% dei giocatori, e Partypoker, che raccolgono, nel loro insieme, la quasi totalità del traffico del mercato italiano, che, ricordiamo, non è aperto agli stranieri: al momento della registrazione – dell’apertura di un conto gioco – vi verrà richiesto il codice fiscale e, di norma, a distanza di trenta giorni da questo evento, è obbligatorio inviare il contratto firmato di adesione e accettazione dei termini inerenti il gioco a distanza, a pena di sospensione dell’account fino all’inoltro del documento, spesso agevolato dalla possibilità di essere inviato via fax, come allegato email oppure, più tradizionalmente, a mezzo posta.
Dopo questa breve, ulteriore, panoramica, scendiamo nelle dinamiche del gioco, contando sul fatto che situazioni che stiamo per presentare siano comuni alla gran parte di voi, essendo il Texas Hold’em una passione condivisa da milioni di persone.
Chi di noi non ha mai subito una “sculata” al river? Quante volte è scesa l’ultima carta, proprio quella carta, che ci ha sbattuto fuori dal torneo? E quante volte all’ennesimo verificarsi di questo fatto, abbiamo urlato all’inganno, al “trucco”, accampando motivazioni spesso del tutto surreali? Ed ecco che si tirano fuori congetture, oscuri progetti delle rooms e frodi nei confronti degli utenti: ovviamente, nulla di tutto ciò ha un fondamento razionale.
Le situazioni che si verificano al tavolo sono governate da quel sistema di randomizzazione computerizzata che consente una completa imparzialità del sistema, senza alcun interesse di premiare un giocatore, piuttosto che un altro, considerando che i players iscritti ai tornei si giocano i loro soldi, e la casa, il banco, ha preso la tassa fissa, una percentuale del buy in pagato, e non ha alcun interesse a muovere i fili della sorte delle carte all’interno del torneo, considerando che il montepremi, al netto delle tasse pagate alla registrazione, è interamente costituito dal denaro degli iscritti, che andrà al giocatore migliore.
Accanto a questo concetto, relativamente semplice da capire, vi è un’altra importante questione: la varianza governa il breve periodo di questo gioco. Per varianza si intende, in statistica, una variabile aleatoria,indicata da un numero che indica quanto i valori assunti dalla variabile si discostino dalla media. Dal momento in cui tutti i giochi di carte si fondano sulle probabilità, siccome le carte del mazzo sono predeterminate, e il poker non è escluso, basta che pensiate ai quei numeri in percentuale (%) che in televisione accompagnano le mani dei giocatori professionisti e le chances di vittoria, il discostamento dal valore atteso può trarre in inganno, quando è ovviamente negativo, e far tacciare le poker house, come Pokerstars, di truffe ai danni dell’utenza. Semplicemente, quando scende sempre la carta che premia l’avversario e vi condanna all’eliminazione dal torneo, anche se eravate solidamente favoriti, le probabilità statistiche hanno fatto prevalere la ridotta percentuale, a dispetto dello svantaggio matematico. E, tecnicamente, non c’è nulla che vieti che questo evento si verifichi per più di una volta.
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